Da dove nasce la storia del bar in bar in Italia e quali esigenze o servizio utile ricopriva quando è nato.

Se vuoi sapere come siamo arrivati ai giorni d’oggi nel settore del bar, ti racconto la mia ricerca, così potrai capire e ragionare sul perché questo business non funziona più.

Ci sono 3 ceppi distinti e differenti della nascita e dell’evoluzione delle attività bar in Italia.

1° CEPPO

Rare eccezioni di stile europeo, nate nel 17° e 18° secolo, cresciute in città grandi come Roma e Milano o Venezia. Avrai sentito il Caffè Florian di Venezia, il caffè pedrocchi di Padova, i vari bar nati all’interno dei Grand Hotel, il Gambrinus di Napoli ecc. ecc.

Non serve che ti descriva nel dettaglio questi locali d’eccellenza, ce ne sono pochi che si distinguono molto bene e sono quasi tutti con una storicità talmente radicata che anche con gestioni non propriamente qualificate lavorano e producono profitti, magari non quelli che potrebbero produrre, ma almeno che non vengano gestiti da incapaci, non ci sono problemi di bilancio.

Questi locali sarebbero da prendere da esempio come Navi Scuola per imparare un sistema di servizio qualificato e professionale, forse negli ultimi anni, in qualche caso rispetto a quelli che ho voluto menzionare, hanno perso un pochino questa caratteristica, rimangono comunque un riferimento di alta scuola di servizio.

2° CEPPO

Le nostre Botteghe di paese, nate al servizio dei cittadini, abitanti di piccole località, che non si spostavano quasi mai da dove abitavano.

Una verabar latteria attività di bottega alimentare che si trasformava anche in bar, somministrando il caffè con le prime macchine industriali che trasformavano il caffè in grani in espresso, abbinando di fatto botteghe/latterie di paese, in bar latterie con somministrazione di bevande calde.

Era l’esigenza di abbinare nuovi servizi legati al caffè trasformato direttamente sul punto vendita, si poteva acquistare il caffè macinato ad etti, oppure sotto forma di espresso, insieme al latte fresco portato con i bidoni il alluminio a rendere e ovviamente si poteva degustare il cappuccino, che è arrivato un pochino dopo la somministrazione dell’espresso.

Questi luoghi dove la mattina c’era una vera e propria attività di bottega, dove si potevano acquistare gli alimenti ad etti, formaggi salumeria ecc., nel pomeriggio fino a sera ci si trovava a fare quattro chiacchiere ad a bere il caffè oppure d’estate la faceva da padrone il bicchiere di spuma all’aranciata o la gassosa. Subito dopo la guerra, appena la globalizzazione ha portato anche i prodotti d’oltreoceano, in questi luoghi si è vista per la prima volta la Coca Cola.

Considerando che in Italia ancora oggi il bar non viene visto quasi mai come un business ma come un “mi acquisto un mestiere”, a quel tempo, mettere a disposizione  diversi tipi di  “prodotti novità” da vendere, dava grandi emozione* a chi acquistava e fino a quel momento non aveva visto nulla, ciò ha fatto cavalcare in pieno il trentennio buono del dopoguerra.

*Questa parola e la chiave della vendita, continua a leggere fino in fondo e scoprirai il perché.

 3° CEPPO

 L’altra attività bar, nata parallelamente, arriva qualche anno dopo intorno alla fina degli anni 50 inizio 60, era il tipico circolo di paese o di città che nasceva contestualmente ai movimenti politici, qui ogni partito vedeva nascere il circolo di riferimento con all’interno il bar di servizio agli iscritti del partito, era sacrilegio andare al circolo concorrente perché faceva il caffè più buono

…eri comunista dovevi andare al circolo dei comunisti, eri repubblicano dovevi andare a bere il caffè al circolo dei repubblicani ecc. ecc.

Qui comandava la condivisione di idee politiche almeno all’inizio, poi era un’ottima scusa degli uomini per uscire la sera e scambiare 4 chiacchiere con gli amici al bar o per farsi la partita a carte.

Di business c’era ben poco, anche se la lamentela e la critica rivolta al gestore di turno era sempre pronta ad essere lanciata pungente, tagliente, gratuita fatta da chi non aveva mai visto nulla che non avrebbe potuto dare giudizi, ma lo faceva proprio perché si sentiva nel diritto di farlo essendo di idee politiche condivise dai suoi compari.

La verità è che dopo i primi anni dove i circoli venivano aperti con spirito politico e come luoghi di discussione, questi locali “esentasse” hanno nascosto per anni attività vere e proprie che hanno fatto arricchire in modo poco chiaro alcuni soggetti legati al questo o quel circolo politico!

Il ceppo di nascita dei bar da Incubo


bar dello sport

 

L’unica direzione che il bar NON doveva prendere era l’attività derivante dai circoli politici,

….ed invece…ecco i primi bar dello Sport!!!

La prima direzione “commerciale” deriva proprio dal ceppo politico, trasformatosi in circolo sportivo della squadra del cuore o dal gruppo ciclistico di appartenenza.

Qui, pionieri del “mi compro un mestiere” aprirono i primi bar NON politici, anche se in realtà tutti sapevano le idee politiche del gestore!!!

In quegli anni, parlo dai primi anni 60 alla fine degli anni 80, questa tipologia di bar ha letteralmente saturato il mercato, senza nessuna effettiva differenza nel servizio o nella proposta, replicando questa tipologia di attività, sempre e solo nel segno “mi compro un mestiere”.

Sia chiaro, non ho nulla contro i bar dello Sport, io per primo dove abitavo da giovane ne ho frequentato uno dall’età dell’adolescenza fino ai 20 anni, poco prima di entrare nel settore come venditore e capire un sacco di cose che mi sono state chiare solo nell’ultimo decennio.

Perciò, non menatemela, la mia è solo una considerazione commerciale, sul business e sui profitti che ha portato fino alla saturazione del mercato e poi il disastro più completo quando invece di imparare dai più bravi e capire come muoversi sul mercato, abbiamo replicato business inutili, poco profittevoli ed il bello è che si replicano ancora, in una chiave leggermente diversa ma non cambia la sostanza.

Ci si compra un mestiere e non si capisce cosa fare per rendere profittevoli le attività bar. Si crea il bar sulle conoscenze, le amicizie, su che giro di amici che si ha, senza pensare minimamente a che cosa si sta facendo, il mercato del bar oggi non ha bisogno di questo, di solito finiti gli amici ed i parenti, che spesso poi cambiano abitudini spesso e volentieri,

È FINITO IL BUSINESS.

Lavorando nel settore, negli ultimi 7/8 anni spessissimo sono stato costretto a dare risposte questo tipo:

“Non acquistare, non fare questo errore, sarà un bagno di sangue!”… Sono stato ascoltato?

Non sempre, ma quando l’hanno fatto mi hanno detto grazie e a me è rimasta una grande soddisfazione, di aver salvato persone che non avevano capito che dovevano vederla in maniera diversa per creare qualcosa di profittevole, per loro per la loro famiglia per il mercato stesso.

Perché il bar è diventato un incubo?

Te lo dico immediatamente,

Come rovinarsi la vita in 7 punti

1) Acquisti il bar facendo debiti per 10 anni o più!!

…Bene che ti vada, perché puoi rovinare la vita anche a qualcuno dei tuoi se gli chiedi i loro risparmi per acquistarti l’attività.

Oggi un bar costa circa dal 50 al 70 % in meno di 8 anni fa. SI hai capito bene, ha perso dal 50 al 70% di valore in 8 anni!….E sono rimasto basso…credimi!

Questo significa che se sei tra quelli che ha comprato un bar nel 2006 ed hai speso 200.000 euro, oggi se sei bravo a dimostrare i numeri che fai e lo rivendi, ne prendi al massimo 100.000 di euro, ovviamente i numeri possono variare ed invece di aumentare, diminuiscono ancora -a parità di incasso totale-!

In pratica oggi succede questo, tu acquisti per 100.000 euro un bar che valeva 200.000 8 anni fa e che oggi ti fa guadagnare i soldi che prende un impiegato apprendista a tempo pieno, ma tu lo fai lavorando il doppio!!!

UN AFFARONE

2) Il tuo “habitat” … il bar!

Se hai scelto di vivere 15/18 ore dentro 4 mura, senza poterti permettere di chiudere perché la tua attività non starebbe in piedi, di vivere tu e la tua famiglia se ne hai una, all’interno del bar, pranzare con cibi avanzati e mai poterti permettere di cenare insieme ai tuoi perché fai orari assurdi, hai scelto l’attività ideale!….Il TOP per il tuo tenore di vita e di salute!

3) Stai per diventare il tappa buchi dei tuoi dipendenti !

Se hai immaginato che avere un’attività bar sarebbe stato diventare un imprenditore, hai sbagliato gioco. Ti consiglio di andare a scuola da imprenditore prima di aprire un bar o una qualsiasi attività, perché il bar prevede che i tuoi dipendenti siano da sostituire e di solito i bar che oggi puoi trovare anche tu in giro, quelli che tutti conosciamo, non possono di certo permettersi di sostituire un dipendente così da pagarne 2.

Chi sostituisce tutti sei tu, così ti assorbi il tuo turno e pure quello dei dipendenti che hanno i loro ca@@i da fare.

4) Se casualmente hai pensato di gestire il bar con uno dei tuoi familiari, tipo moglie o fidanzata, sappi che hai minato il terreno dove dovrai per forza passare.

Infatti se uno dei due è al bar l’altro, è da un’altra parte, questo porta a una marea di conseguenze negative soprattutto per la vita di coppia. Ho una infinità di esempi, dai quali si evince che:

– Ci si lascia perché il marito s’è trombato una o più bariste!

– Ci si lascia perché la moglie s’è trombata uno o più clienti!

– Ci si lascia perché sfiniti dal ritmo di lavoro o lui scappa con qualcuno o lei scappa e basta!

– Ci si lascia perché per liberarsi da questo strazio si cerca di vendere il bar e non ci si trova d’accordo sul prezzo di vendita e alla fine uno dei 2 trova con chi consolarsi.

NB: Potrei fare gli stessi esempi con SOCI al posto di coniugi o fidanzati!!!

5) Se acquisterai o hai già acquistato un bar concepito come una attività degli anni 70/80, ATTENZIONE alle scatole vuote.

Se sei uno scaltro capirai ben presto che per farla diventare profittevole (ammesso che possa diventarlo) ti costerà un botto, dopo aver già speso TUTTI i tuoi soldi.

Non è propriamente simpatico trovarsi con una attività che ti impegna 18 ore al giorno e capire che per farla funzionare creando processi profittevoli ti serve un’altra carriola di denaro che non hai!

6) Sei uno di quelli che tra la fine degli anni 90 ed i primi del 2000 ha fatto un po di fortuna con un sacco di amici della tua città perché tutti venivano da te a fare l’aperitivo?

Se sei in questa categoria, ricordati che le cose sono cambiate,

  • I tuoi amici non hanno più 25 anni
  • Quelli che oggi hanno 25 anni non hanno un lavoro e nemmeno uno stipendio e stanno finendo anche i soldi dei genitori ammesso che li avessero.
  • Se no vendi un’emozione ad un certo tipo di persone ben profilato, non ci provare o sarà un bagno di sangue. Continua a leggere se vuoi capire cosa intendo!

7) Il tuo credo è …Qualità….Gentilezza….Grande Scelta….Sorriso?

Tutta roba forte, che andava benissimo ed oggi invece è scontata…tutto qui!

E’ scontato che le cose che ho menzionato ci siano se scelgo di entrare in un locale…Giusto?

Se sai che queste cose NON le troverai, entrerai nel locale solo sotto tortura oppure se sei un Beduino nel deserto che avvista il primo bar nel bel mezzo di un’oasi!!

Se invece stai immaginando di fare entrare orde di persone nel tuo locale propinando Qualità, Gentilezza, Grande Scelta, Sorriso, solo perché sei convinto che negli altri locali non diano nulla di tutto questo……………………………………………………………………….Valle di lacrime

 

Cit. Big Lebowski ….adoro questo film !

Quello che devi imparare osservando i Bar più bravi

Howard Schultz ‘ideatore del Brand Starbucks Coffee era in Italia nel 1884 precisamente a Milano quando nacque la sua idea. Per la cronaca, nel 1994 Starbucks 10 anni dopo l’idea, aveva 425 punti vendita, oggi ne ha 21000 in 65 paesi nel mondo.

Per curiosità, se volete sapere 10 piccoli segreti su Starbucks leggete questo simpatico articolo, lo trovi qui.

So che ti stai chiedendo….Perché Starbucks non è presente in Italia?

Non mi dilungherò sul dirti il perché, basta che segui uno dei migliori analisti dei mercati delle vendite Frank Merenda, lo spiega nell’episodio 2 di Business Caffeina insieme ad il suo amico Piernicola De Maria , lo trovi qui .

Si lo so stai dicendo:”ma il caffè di Starbucks fa schifo!”

Ok…sono d’accordo, ma la qualità dei prodotti che vende NON CENTRA NULLA!!!

Il fenomeno di Starbucks è da prendere d’esempio non tanto sulla qualità, oppure sul tipo di caffè che propina ai  suoi clienti o sui prodotti alimentari che somministra nei suoi punti vendita, serve osservarlo per capire che “il sistema di funzionamento” vince su tutto.

Il profitto sviluppato da ogni singolo punto vendita, è indipendente dalla presenza fisica e lavorativa del titolare!

Ma secondo voi, Howard Shultz ha mai fatto il barista in uno dei suoi punti vendita dopo il progetto pilota di Starbucks?

Ma per cortesia….ovviamente NO!

I suoi punti vendita si basano su un sistema ben predefinito e molto preciso che i suoi collaboratori e dipendente DEVONO OSSERVARE.

Ricercare, Creare e Mettere in Pratica PROCESSI AUTOMATICI dove tu NON sei il protagonista,

Questa è la chiave vincente del business.

Da dove partire per il tuo Bar

Prima ti ho promesso che ti avrei fatto capire cosa intendo per “Vendere un’emozione” e “tipo di persone ben profilato”

Devi cominciare proprio da qui!

Ognuno di noi non compra MAI razionalmente…MAI.

Tutti e sottolineo TUTTI compriamo EMOTIVAMENTE.

Tra la razionalità e l’emozione vince sempre l’emozione a qualsiasi costo!!!

Non ci sono ca@@i…è così FINE.

Non si spiegherebbe altrimenti come farebbero a vendere automobili da 300.000 mila euro ed oltre e che arrivano a 350 km all’ora quando abbiamo il limite a 50!

In realtà chi acquista questo tipo di auto, preferisce l’emozione di questo acquisto non solo perché può permettersela, in fondo ci sono personaggi che fanno forti debiti per poter acquistare questo tipo di auto,

loro invece provano una fortissima emozione nel fare la differenza con chi non può permettersi di acquistare questo tipo di prodotti…perchè fa più figo e basta.

Non c’è nulla di male, c’è un tipo di cliente che prova emozione a superare di gran lunga chi compra Barche da 20 metri, acquistandone una da 35 o 40 metri ecc. ecc.

Per me che sono un uomo della strada, mi viene da dire che stanno buttando via soldi ma per loro l’emozione di essere irraggiungibili per moltissime è di gran lunga più grande di quella che proverebbero risparmiando denaro!!

Qui vien fuori che ti devi specializzare su un tipo di persone ben profilato, che provino tutti un certo tipo di emozioni e devi lavorare su come poter fare per riuscire a colpire il loro lato emotivo con i tuoi prodotti, servizi e non quello razionale, che non è mai vincente!

Tutto qui!

Perciò devi cominciare a SPECIALIZZARTI ed a sceglierti un TARGET di clientela, questo è quello che devi cominciare a fare nel tuo locale.

Se vuoi una consulenza specializzata e tagliata sul tuo locale, per capire le potenzialità inespresse e provare a trasformare il tuo locale in un business di successo, puoi contattarmi lasciando i tuoi dati nel modulo e CLICCANDO QUI.

Come sempre

Dacci dentro ed applica

A presto

PS:

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