Si, lo so che tu non sei Schettino e che il tuo bar non è un transatlantico.
Voglio raccontarti una piccola storia che ieri una persona che stimo molto che si chiama Alfonso Bellone mi ha confidato.
Mi ha confidato di aver “rubato” una tecnica trovata su di un mio articolo, per aiutare un suo amico barista.
Quando me lo ha detto, non mi sono stupito, infatti i miei articoli li scrivo proprio per questo, funziona così, tu leggi qualcosa che reputi interessante e lo applichi in più è gratis!
Anche quando mi ha detto i risultati che ha raggiunto il suo amico non mi sono stupito troppo, infatti le tecniche sono già state testate e funzionano.
Il suo amico, ha seguito un consiglio, lo ha applicato e sono arrivati i risultati, non ci sono state personalizzazioni o creatività particolari che anno fatto si che il risultato avvenisse, è successo tutto con la massima naturalezza, e lo sai perché?
Perché ha fatto come gli ho spiegato io, FINE.
Se vuoi leggerti quella tecnica vai all’articolo che la descriveva https://gabriravaglia.com/?p=166.
In realtà mentre parlavamo, Alfonso, che non opera con i baristi, mi ha fatto una domanda:
“Perché i baristi non si promuovono mai o quasi mai ?
E soprattutto perché non usano MAI delle tecniche come quella che ho suggerito al mio amico per acquisire nuovi clienti?
La mia risposta sarebbe stata molto articolata e dettagliata, ma visto che nessuno dei due avrebbe avuto tempo necessario alla spiegazione, ti sintetizzo la mia risposta qui sotto:
Alfonso, i baristi sono avviliti e delusi di come i loro bar stanno andando. Sono talmente giù di morale da pensare 8 volte su 10 di mollare, di scendere dalla Nave ormai distrutta come ha fatto Schettino. Hanno perso la speranza che qualcosa si possa ancora fare per raddrizzare la baracca e rimettersi in rotta.
Purtroppo la mia risposta è la traduzione di quello che percepisco parlando ogni giorno con i baristi.
E mi chiedo ogni giorno il perché non ci sia reazione concreta a questo sfascio, si stanno lasciando morire senza reagire, se non con ore e ore passate all’interno del loro locale ad eseguire un mestiere senza ormai risultati profittevoli.
Questa mia osservazione dei miei clienti ha portato a delle risposte ben definite ed insieme alla mia lunga esperienza nel settore, sono giunto ad una statistica, piuttosto precisa, e cioè,
I baristi titolari 9 volte su 10 e ciò vuol dire il 90% , sono tecnici del bar ed in qualche raro caso esperti specialisti del lavoro del barista e nemmeno lontanamente sono degli imprenditori.
E tu, sei un tecnico Barista o un Imprenditore Barista ?
Rispondi a queste domande e poi ci ritroviamo per la risposta?
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Quando hai aperto il bar, hai pensato a come acquisire nuovi clienti?
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Se un sistema lo hai pensato, ad oggi sta ancora funzionando?
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Conosci il motivo preciso perché i tuoi clienti scelgono di venire da te?
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Hai un sistema preciso di gestione con il controllo dei numeri del tuo locale?
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Se non hai un sistema di gestione dei numeri, almeno li conosci i numeri precisi del tuo locale , Scontrino medio, Marginalità Media, Profitto Annuale ecc. ecc.?
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Hai mai pensato che fare il barista sia un mestiere, mentre per fare l’imprenditore e far crescere la tua attività è necessario studiare proprio per questo specifico scopo?
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Hai un obiettivo ben preciso, misurabile che riguarda il tuo bar?
Prima di verificare le tue risposte, voglio raccontarti come sono andate le cose nel settore bar negli ultimi anni.
I baristi hanno basato le loro aziende più o meno strutturate su tre fattori che oggi non funziona più o quasi, o meglio sono scontati agli occhi del cliente:
1) L’essere capaci di fare il barista, cioè saper svolgere correttamente il proprio mestiere.
2) Le conoscenze (amicizie) che avevano, tradotto… il giro di persone dove il barista poteva avere in qualche misura una certa influenza.
3) Il passaparola
Molti baristi, addirittura basavano il loro bar solamente su uno o due di questi tre fattori, infatti conosco decine e decine di bar, dove i titolari non sanno fare nemmeno correttamente il loro mestiere, oppure non hanno conoscenze o giri considerevoli di amicizie affidandosi solo al passaparola, come se qualche forza oscura potesse far cadere i clienti dentro il proprio bar.
A fartela breve, il bar non è mai stato pensato come un business ma come un mestiere.
Tutte le persone che hanno acquistato o gestito un bar, si sono comprati un mestiere, un lavoro da svolgere dentro a 4 mura che sono la loro attività, come se fosse scontato che i clienti sarebbero arrivati, che il loro sorriso e la qualità dei prodotti potessero far arrivare clienti, fatturati, incassi.
Purtroppo ormai da moltissimi anni non è più così, dopo il 2008 non lo è più stato per nulla.
Un breve esempio può essere un artigiano che fa le scarpe a mano, oggi si è quasi estinto a favore di aziende che producono in serie le scarpe, il barista titolare di “bottega” non è da meno ed è in estinzione ugualmente.
E’ in estinzione e lo è a favore NON di altri baristi che hanno automatizzato il processo di servizio nel bar rendendolo profittevole, ma , si sta estinguendo da solo facendo errori, non considerando che il mercato saturo e indifferenziato ha regole completamente diverse per essere affrontato.
Si perché se uno è un bravissimo barista, invece gestire un locale ai giorni d’oggi è un altro mestiere, diverso e difficile almeno quanto lo è fare bene il barista.
Capisci!! Se vuoi continuare a fare quello che fai, dovrai impegnarti ad imparare tutta la parte che oggi ignori oppure forse non sai che esista.
Bene, ora torniamo alle tue risposte.
Se hai risposto NO ad almeno 3 delle 7 domande, forse sei un bravo barista, è molto probabile invece che tu non sia per nulla un Imprenditore!
Tranquillo, è normale se pensi che avere una partita IVA aperta significhi di per se essere un imprenditore, ho commesso questo errore anche io fino a quando non mi sono messo a studiare perciò credimi NON è così.
Essere un imprenditore significa essere molto di più che un barista con una partita IVA aperta, e non mi riferisco solo a saper sopportare il fisco, i dipendenti, i problemi con i fornitori, i conti in banca ecc. ecc. in particolare mi riferisco a tutta una parte di lavoro che nessun barista che conosco ha mai affrontato e la trovi qui sotto.
“Come acquisire nuovi clienti per il tuo bar in modo scientifico”
Partiamo dal principio
Per capire cosa devi fare per trasformare il tuo bar in un locale di successo, ci sono almeno 3 presupposti da rispettare:
1) Avere un target di clienti ben definito al quale vendere.
Se non hai un target di clientela che puoi toccare e trovare con facilità, non sai esattamente a chi vendere il tuo prodotto, lo vendi a chiunque capiti all’interno del tuo locale, a tutti e basta, fai tutto per tutti per soddisfare tutti in ogni modo, di fatto ti stai defocalizzando e qui arriva il presupposto n° 2.
2) Avere un motivo “valido” per il quale i clienti dovrebbero sceglierti.
Se non sai a quali clienti vuoi vendere, non puoi sapere il motivo perché i clienti scelgono te ed il tuo locale, lo puoi dedurre, ma non puoi rendere questo motivo profittevole, ed è per questo che ti serve il presupposto n° 3.
3) Il tuo bar deve avere un sistema per acquisire clienti, altrimenti non puoi considerarla una azienda.
Se non hai motivi validi perché i clienti dovrebbero consumare al tuo bar, come puoi creare un sistema per acquisire i clienti? Come fai, cosa gli racconti?….Vuoi fare pubblicità con lo slogan” Venite al mio bar perché troverete Qualità, Cortesia e Pulizia”, per favore, queste cose sono scontate, tutti clienti entrando in qualsiasi bar danno per scontato che troveranno queste cose. Poi sappiamo che spesso non trovano nemmeno queste caratteristiche di base, ma in realtà sappiamo anche che essendo cose non misurabili, lasciano il segno di di un “Ti Amo” sulla battigia scritto sulla sabbia.
Il tempo dove bastava aprire una serranda del tuo bar la mattina alle 6,30 e chiuderla la sera alle 20,30 per portare a casa la pagnotta, è finito.
Sei un matto se pensi il contrario, ci sono centinaia di fallimenti in tutta Italia di attività Bar che commettono tutti lo stesso errore.
Aprire una serranda e lavorare dentro ad un bar è una cosa alla tutti con un pochino di voglia di fare potrebbero ambire.
Questo però, per rendere il tuo bar davvero profittevole non basta assolutamente nel mercato di oggi, quello che risolve in una mossa tutto quello che ho detto sopra, è il prossimo paragrafo.
Come posizionarsi col il proprio bar nel mercato di riferimento
Posizionarsi sul mercato di riferimento significa avere una “Posizione Unica” un posizione che altri difficilmente possono ricopiare e questa posizione tradotta in servizi e prodotti deve essere utile a un bisogno del mio target di clientela specifico.
Se non hai un target di clientela che puoi toccare e trovare con facilità non sai a chi vendere il tuo prodotto, lo vendi a tutti e basta, fai tutto per tutti per soddisfare tutti in ogni modo, stai senz’altro di fare quello che ti è possibile al massimo delle tue forze, invece di fatto non sei differenziato da tutti i tuoi concorrenti e questo crea confusione nella testa dei clienti oltre che rendere inefficaci tutti i tuoi sforzi.
Le domanda principale alle quale devi trovare risposta per uscire dal tunnel è questa:
Per quale motivo i clienti devono scegliere di venire a consumare da me
piuttosto che andare da qualche mio concorrente?
Per rispondere a questa domanda la prima cosa che devi fare è uscire dal tuo bar e farti un giro per tutto il raggio di azione della tua attività, controllando le caratteristiche, i servizi, i prezzi, gli spazi, le caratteristiche del personale ecc. ecc.
Lo devi fare in modo scientifico, cioè appuntando esattamente tutto quello che di rilevante hai notato nelle altre attività simili alla tua, e lo devi fare in diverse fasce orarie della giornata, colazione, aperitivo, pranzo.
Dopo che hai stilato ben bene la tua lista di caratteristiche legate ai bar tuoi concorrenti, confronta la tua attività con le altre, ricercando el differenze utili al tuo cliente ideale che tu offri e gli altri no. Devi trovare le differenze e puntare su quelle, non copiare cose che hanno fatto altri, o meglio le puoi anche copiare ma non le devi ritrovare nei tuoi concorrenti diretti e nel mercato di riferimento che stai affrontando.
Trovato il tuo fattore differenziante, lo devi comunicare in maniera massiccia al tuo target di clientela.
Crea la tua banca dati per sapere a chi comunicare e continua ad alimentarla con sistemi specifici.
Crea piccole campagne ben definite in termini di spesa, spazio temporale, risultati e ripeti le campagne in modo ricorrente per alimentare il flusso di nuovi clienti.
Questa che hai appena letto è in breve la tecnica da usare per posizionarsi nel tuo mercato di riferimento ed è per questo che qui non centra nulla la fortuna, la crisi, la botta di c…, le tasse ecc. ecc. qui centra solo applicare quello che nessuno applica e metterlo in pratica, FINE.
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Alla prossima
ottimo articolo come al solito. Un unico appunto che posso farti e’ quello sul motivo per cui uno diventa barista. Oggi e’un ammortizzatore sociale famigliare. Sono parecchi i disoccupati che acquistano un bar o un’edicola( altro tasto dolentissimo) pensando di sfangarla e portarsi a casa uno stipendio. Questo ha portato ad un ulteriore peggioramento della qualità media dei bar
Ciao Piero, certo che è un ammortizzatore familiare, questo crea tutta una serie di problematiche al settore stesso, è proprio per questo che esiste Caffetteria Vincente. La mission è grande ed è una strada impervia tutta in salita, ma ce la faremo!!